Nell’incantevole Val Venosta, davanti alle imponenti montagne della Vallelunga, si trova il lago di Resia, che attrae ogni anno numerosi visitatori, non solo per le suggestioni paesaggistiche che lo circondano, ma soprattutto per una strana costruzione che emerge dalle sue acque, vale a dire la parte terminale di un campanile. Tale elemento architettonico, che contribuisce a rendere il luogo incantato e fiabesco, funge da baluardo della memoria di una realtà cittadina ormai sommersa da tempo.
La scomparsa dell’antico villaggio di Curon
In passato questa zona del Trentino Alto Adige era caratterizzata dalla presenza di 3 laghi naturali: oltre a quello di Resia, infatti, si trovavano anche il Curon ed il San Valentino alla Muta. Tuttavia, nel 1950 essi furono unificati a seguito della costruzione di una diga, provocando la sommersione dell’abitato di Curon, che venne completamente trasferito altrove.
Tale intervento fu molto contrastato dagli abitanti del villaggio, che chiesero addirittura l’intervento del Papa, per risolvere la situazione. Tuttavia, ogni tentativo fu vano ed in poco tempo l’acqua celò le case ed i terreni adibiti a coltura. Tra tutte le costruzioni cittadine, ad andare persa fu anche una meravigliosa chiesa del XIV secolo, della quale, oggi, è possibile ammirare solo il campanile che si erge imponente ed austero dalle acque del lago.
Il campanile protetto
Dell’antico borgo di Curon, come anticipato poco sopra, si è salvato solo l’incantevole campanile, che emerge indisturbato dalle acque del lago di Resia. Tale struttura non è stata abbattuta, perché protetta dalle Belle Arti. Ancora oggi, quindi, tale elemento artistico si erge silenzioso a memoria di un doloroso passato, che non deve essere dimenticato, ma che la storia ha voluto per certi versi cancellare.
Non sono più, infatti, presenti le campane, che risuonavano tutti i giorni e durante le festività, poiché sono state rimosse nel 1950, prima che venisse concesso alle acque di invadere la zona. Tuttavia, secondo la leggenda, che si è formata nel corso degli anni, le campane non hanno mai smesso di suonare e sembra che sia possibile udirle, rimanendo in silenzio a contemplare l’antico reduce che svetta sullo specchio d’acqua del bacino montano. Sembra, inoltre, che la melodia emessa sia struggente e che porti con sé tutto il dolore di un paese ormai muto.
Una meraviglia del Trentino a rischio
D’inverno, quando il lago si ghiaccia e la superficie viene coperta da una soffice coltre di neve, il campanile può essere raggiunto a piedi. Purtroppo, però, questo suggestivo paesaggio da cartolina rischia di scomparire a causa delle inevitabili infiltrazioni di acqua, che stanno crepando la struttura trecentesca, indebolendola inesorabilmente.
Gli interventi di restauro a tal proposito sembrano quasi impossibili e fanno pensare all’imminente perdita di uno degli scenari più belli ed unici di tutto il Trentino. Da tempo, ormai, le autorità si stanno ingegnando per capire come a fare a preservare questo simbolo dell’antico paese, che giace ormai indisturbato sotto le acque e che non può più essere ammirato, se non attraverso immersioni subacquee, che tuttavia non riescono a trasmettere tutta la bellezza ed il vissuto di questo antico centro montano.