La Scarzuola: la meravigliosa e surreale “città ideale” di Tomaso Buzzi

La Scarzuola: la meravigliosa e surreale “città ideale” di Tomaso Buzzi

In provincia di Terni, si trova La Scarzuola, una località rurale, dove si cela un antico tesoro, dal fascino inestimabile, che incanta chiunque vi si imbatta. Tale tratto del territorio umbro è conosciuto da molti per l’antico convento in cui avrebbe trovato dimora san Francesco, ma qui si trova anche l’incredibile città-teatro, progettata e costruita nel XX secolo dal celebre architetto Tomaso Buzzi, per mettere in opera quella che era la sua personale visione ed interpretazione della “città ideale”. Andiamo, quindi, alla scoperta di due incredibili testimonianze della storia della tradizione artistica dell’umanità.

La storia de La Scarzuola

La località de La Scarzuola è citata dalle cronache medievali in merito alla figura di san Francesco d’Assisi, che, nel 1218, avrebbe edificato una capanna nel punto in cui aveva piantato una rosa ed una pianta di alloro e dal quale era sgorgata una fonte. La struttura edilizia era stata realizzata dal religioso con l’impiego di un vegetale palustre denominato Scarza, da cui sarebbe derivato il nome dell’area.

Anni dopo, la semplice costruzione venne sostituita, grazie ai conti di Marsciano, da una chiesa e successivamente da un convento, entrambe gli edifici destinati ai Frati Minori, che vi dimorarono fino alla fine del XVIII secolo.

In seguito ne entrarono in possesso i marchesi Misciatelli di Orvieto. Tuttavia, nel 1957 l’intero complesso fu acquisito dall’architetto milanese Tomaso Buzzi, che nelle vicinanze edificò una sorta di “città ideale”, destinata a rappresentare una vera e propria allegoria escatologica della sua esistenza, grazie anche all’utilizzo del linguaggio ermetico che era proprio degli esponenti dell’aristocrazia massonica del Settecento.

Le caratteristiche peculiari della “città ideale”

Dal 1958 al 1978, in corrispondenza del parco posto nelle immediate vicinanze dell’ex convento francescano, Buzzi diede vita ad una realtà architettonica che lo rappresentava interamente. La “città ideale” di Tomaso fu portata a termine, dopo il suo decesso, dal nipote Marco Solari, che cercò di riprodurre fedelmente quanto ideato dall’architetto.

Tale antologia di pietra è caratterizzata dalla presenza di 7 teatri (Teatro delle Arnie, Teatro dell’Acropoli, Teatro della Torre, Patio tondo, Patio infinito, Teatrino sportivo, Teatro sull’acqua) e da altrettante rappresentazioni sceniche e costruzioni monumentali, che traggono indubbiamente ispirazione dalla storia (Arco di Trionfo, Colosseo, Pantheon, Partenone, Piramide, Tempio di Vesta e Torre Campanaria).

La colossale opera è stata ideata ed attuata in tufo. Tuttavia, in questo incredibile e misterioso complesso si ritrovano anche numerose scale, come la Scala musicale delle sette ottave e la Scala di Giobbe, ma anche bassorilievi raffiguranti mostri e meravigliose vasche d’acqua. Si tratta, dunque, di una costruzione surreale, che coniuga sacro e profano, in maniera del tutto innovativa.

Un viaggio tra le colline umbre all’insegna del surreale

Per visitare la visione di Buzzi è necessario prenotare una visita con l’attuale proprietario del complesso architettonico, ovvero il nipote Marco Solario. Superato il portone si viene catapultati nel giardino dell’antico convento dei frati minori, in cui è possibile immaginare gli eventi che hanno portato alla fondazione delle strutture religiose, che ancora svettano indisturbate nel complesso.

Imboccando una porta posta a lato del convento si inizia un percorso fatto di sentieri che si perdono nel verde della vegetazione rigogliosa, che cresce prosperosa nella zona. Ogni tanto il percorso viene interrotto dalla presenza di sculture con il corpo umano ed il capo di animale, che si ergono a custodi silenziosi del giardino.

La visita vera e propria ha inizio presso la Fontana del Tempo e termina con la Torre di Babele, un antro angusto, in cui il sole penetra solo due volte all’anno. In mezzo è un ginepraio ordinato di costruzioni che lasciano estasiati i visitatori, portandoli in un mondo senza eguali, il cui significato poteva essere compreso interamente solo dal suo ideatore.

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